Bio
Nato a Caracas nel 1970 dove vive ed opera.
Carlos Anzola è un architetto laureato presso la Scuola di Architettura dell’Universidad Central de Venezuela. Incentra il suo lavoro artistico nella reinterpretazione di oggetti dimenticati nel tempo. Il suo lavoro si caratterizza per la creazione di metafore attraverso l’uso di vecchie foto, libri, guide, manifesti pubblicitari e diversi oggetti del passato, a cui viene data una nuova vita trasformandoli in arte. È considerato un “artista del ricordo” che è alla ricerca della sua musa, raccogliendo frammenti del passato per recuperarli per trasformarli in pezzi che invitano a riflettere sulla rovina e sulla nostalgia.
Durante le diverse fasi del suo processo artistico, Anzola cerca di trasferire e mobilitare lo spettatore facendo leva sulla sua memoria e sul modo in cui si è conformato.
Cerca di incitare alla riflessione sullo scorrere del tempo e dell’oblio. Gran parte del suo lavoro è stato ispirato dall’arte povera, movimento artistico che è emerso come tendenza durante gli anni ’60 e si caratterizza per l’utilizzo di “materiali poveri” durante la produzione del lavoro.
Questo movimento artistico nasce come esigenza di provocare un effetto diverso sulla commercializzazione dell’arte e rifiutare le icone dei mass media.
La sua intenzione è quella di dare agli oggetti un significato diverso attraverso la creatività e la spontaneità.
Ha esposto a livello internazionale in gallerie, musei e fondazioni. Tra i premi si segnalano:
- 1998-1999. Mención de Honor, VIII Salón de Artes Plásticas “Alejandro Otero”, SanAntonio de los Altos, Venezuela;
- 2001. Mención Honorífica. I Salón de Arte Exxon Mobil de Venezuela, Museo Sacro,Caracas; 2003. Premio Unión Latina a la creación joven en artes plásticas;Mención Honorífica. I Salón Dycvensa, Ateneo de Caracas;
- 2005. Reconocimiento Especial, II Salón Universitario de fotografía, UCV, Caracas.
Primo Piano LivinGallery ha esposto le sue opere in molte mostre colletive e personali in Italia tra cui “Frammentazione dell’unità”, di cui l’opera qui in mostra e pubblicata in catalogo
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