Arakne (Art Woman)
Dal 19/03/2011 al 07/04/2011.
curato da Dores Sacquegna
Con il Patrocinio del Comune di Lecce per Itinerario Rosa. Arakne, è la figura mitologica narrata da Ovidio nelle “Metamorfosi” e trasformata da Atena in un ragno, costretta a filare e tessere per tutta la vita dalla bocca. Oltre alla presenza mitologica, una particolare forma di permanenza del mito di Aracne si può trovare nel nostro fenomeno pugliese del tarantismo, un rituale coreutico-musicale preposto alla guarigione dagli effetti del morso di un ragno mitico, la taranta.
Per l’evento è stata invitata Deodata Cofano, psicologa, conoscitrice del mito e responsabile dell’Associazione Taranta Terapia che presenterà tra video storici e racconti di rimedi della cultura popolare come risvegliare le energie positive attraverso la danza della taranta. Nella danza della taranta, infatti, si ritrovano infatti gli elementi caratteristici della vicenda di Aracne: la trasformazione della donna in ragno, la sfida nei confronti del divino e il valore superiore e quasi soprannaturale dell’arte. Il tarantismo, inoltre, rivela l’incarnazione di un mito del Femminile per il Femminile, essendo manifestazione di una forma di eros precluso e sfogo dai condizionamenti di una società rigidamente patriarcale. Tra influssi del culto della Magna Mater, elementi duali di valenza dionisiaca e il valore costante del simbolismo del filo, il mito metamorfico della donna-ragno giunge alla rappresentazione della donna come femme fatale, che cuce vita e morte in un intreccio continuo.
Arakne vede la straordinaria presenza di artiste locali ed internazionali: BARBARA AGRESTE ( Pescara), MARION BRANDSTETTER (Austria), ROSA MARIA FRANCAVILLA (Lecce), ANA GALAN(Spagna), LYDIA HOFFNUNGSTHAL(Spagna), MIRJAM PET-JACOBS (The Netherlands), MARIA LUISA IMPERIALI (Milano),DILEK OZMEN (Turchia), TIZIANA PERTOSO (Lecce), JEAN PETERSON (Usa), PATRIZIA PIARULLI(Bari), MARIA IRENE VAIRO (Salerno).
Performance di Massimiliano Manieri (con Michaela Stifani): “L’ITALICA (ogni riferimento a persone, fatti o luoghi, non è per nulla casuale)”. In galleria, una figura femminile è vestita di bianco, braccia e piedi sembrano arti che si ramificano nella stanza, divenendo una sorta di guscio irreale che solo nel centro trova e contiene il corpo, e la sua forma. La presenza della donna, oltre la sua fisicità, è un richiamo simbolico a non lasciare che questo paese divenga un coacervo di soprusi e prepotenze, ove solo l’arroganza impera, e l’indifferenza è l’unica moneta utile nelle comunanze di una patria che può vantare nei nostri padri/fratelli, che per essa han lottato, ben più elevati valori. Dietro la donna vengono proiettate immagini quotidiane contrastanti.