Biografia
Massimo Attardi nasce a Treviso.
Comincia a lavorare, come fotografo, in una compagnia di danza e più avanti, come fotografo di moda. Frequenta la facoltà di Scienze Politiche.
Nel 1985, apre con altre persone, un famoso pub nel popolare quartiere romano di San Lorenzo, qui entra in contatto con l’ambiente artistico romano. Nel frattempo, comincia una sua ricerca personale sulla figura umana e sulle antiche tecniche di stampa, in particolar modo, sulla “gomma bicromata”, usandola su supporti differenti, come legno, metallo, vetro, plexiglass, pietra.
Poco tempo dopo viene chiamato dalla galleria Spazioltre per la sua prima esposizione, successivamente espone al Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea di Roma. Seguono una serie di mostre personali e collettive. Vive e lavora tra Roma e Berlino.
Massimo Attardi è un fotografo romano che opera con l’antica tecnica di stampa della gomma bicromata trasferendo le immagini su supporti di legno. Il suo stile particolare lo rende unico artefice di questa esemplare esecuzione.
Massimo Attardi realizza i suoi pezzi come esemplari unici; sono fotografie di grande formato ma che richiamano decisamente la pittura data dal particolare cromatismo dei diversi pigmenti che egli sapientemente adopera ed accosta stato su strato rappresentando toni acidi ed irreali.
Basandosi su tale procedimento Attardi mette in scena nudi e volti e mani inquadrati su fondali neutri in studio o ambientati in situazioni urbane: le sue muse donne del nostro tempo affiorano dal campo pittorico e allo stesso tempo ne sono riassorbite, si impongono allo sguardo in modo spudorato e o pudiche, carnali o sensuali, eteree e sfuggenti. Attardi rappresenta queste identità femminili attratto dalla plasticità contorta e scultorea, pulsante, di caratteri contraddittori e psicologie. All’emozione suscitata da un corpo, corrisponde l’immagine che restituisce un senso di freschezza e di tattilità.
La particolarità delle sue opere sta nel processo creativo che restituisce una corrispondenza fra la sensazione dell’immagine riprodotta ed il supporto sul quale viene proposta all’osservatore. Da qui la necessità di uscire dai canoni della standardizzazione commerciale dei supporti fotografici e degli strumenti del loro trattamento: per restituire le emozioni di un corpo è necessario utilizzare una tecnica manipolabile quale il legno, cioè, un supporto che abbia la stessa natura organica di ciò che raffigura.
Le opere, quindi, grazie alle caratteristiche della loro realizzazione in fase di stampa – e degli interventi con materiali vari in fase di preparazione del fondo da emulsionare – pur nella loro potenziale riproducibilità dovuta alla natura fotografica sono pezzi assolutamente unici.Massimo Attardi è presente sulla scena nazionale dal 1985` ha esposto in Italia e all’estero.
E’ presente in annuari d’Arte Contemporanea e nelle quotazioni d’asta.
C.V. completo su richiesta
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