INSIDE-OUTSIDE: L`invisibilità del visibile
Dal 11/12/2010 al 05/01/2011.
La mostra vuole coinvolgere sempre più persone a comprendere ed apprezzare l’importanza della riqualificazione ambientale e naturalistica (vedi Rootles Algas, video di Grimanesa Amoros), i paesaggi rurali e naturali (Vivien Schmidt) anche nelle grandi città, gli ecosistemi a rischio di estinzione (vedi Marocho, video di Gabriela Morawetz), le culture rispettose della natura (con le opere di Anne Desfour, Mary Jane Jessen, William Allshouse, Elinore Bucholtz, Karen Greiger,Hedy Maimann,Delphine Priollaud, Kumiko Tamura, Pierre Thomas).
Non a caso negli ultimi anni si è assistito alla scomparsa della città, all’espansione di periferie diffuse, di reti fisiche di comunicazione, di zone industriali che hanno corroso zone agricole, parchi, antichi giardini e ambiti fluviali. Le aree urbane hanno un ruolo non indifferente nel causare trasformazioni del “global change” (vedi video di Futaba Suzuki). Parallelamente, oggi, la cultura architettonica sta affrontando problemi di riqualificazione urbana, territoriale e paesaggistica, maturando atteggiamenti di responsabilità nei confronti del passato, nella convinzione che il recupero di esso contribuisca a rinnovare il presente.
Oggi, sta emergendo una nuova cultura per il paesaggio che ne riconosce il valore come archivio delle tracce della storia degli uomini e della natura. Secondo la concezione odierna non si intende il paesaggio né come ambiente, né come territorio, bensì come un aspetto dell’ambiente e del territorio percepito dai soggetti che ne fruiscono; non solo spazio produttivo, ma bene simbolico, riferimento culturale collettivo, frutto di comunione di intenti e stratificazione di assetti evolutisi nel tempo, in un continuo “accordarsi” tra forze naturali e necessità dell’uomo.
Lo sguardo degli artisti è rivolto anche ai luoghi in cui vige una sensibilità interiore, allo stato di invisibilità delle cose che caratterizza il nostro tempo. Più introspettivo il discorso della leccese Loredana Campa che guarda ai luoghi del quotidiano filtrando con la tonalità del rosso gli oggetti che ci circondano e che fanno parte della nostra vita. Con una sensibilità particolare anche l’installazione delle 32 valigie di terracotta sotto vuoto della tarantina Maria Grazia Carriero, che nell’ironica installazione pone l’accento non solo sul viaggio ma anche sull’esilio forzato degli ebrei presso i lager, dove diventano carne da macello, riconoscibili solo dal codice a barre. Un viaggio nella storia che ci rappresenta e che ci inganna come per le foto della russa Alisa Nikulina. Nel blu del cielo e del mare l’installazione “battito d’ali” una farfalla che proietta la sua ombra, del tarantino Giulio De Mitri e le opere pittoriche sul vento e le foglie del leccese Fernando De Filippi. Sull’invalicabilità del limite la serie delle opere “oltre il muro” del leccese Dario Manco, e sul paesaggio invisibile le opere pittoriche della leccese Maria Antonietta Scaringella. Concludono la rassegna le opere surreali sull’inferno e il paradiso della portoghese Alexandra De Pinho, la video performance dell’artista serba Isidora Ficovic, sulla coscienza planetaria le opere dell’americana Jean Peterson.