HIDDEN FACES/Volti nascosti
Dal 10/09/2010 al 11/09/2010.
L’arte contemporanea dettaglia l’invisibile sino a farlo diventare reale. La nostra fantasia ci fa vedere facce ovunque: nelle enormi nuvole, sulla schiena di alcune crisalidi di farfalla o nel paesaggio. Sappiamo per certo che grandi artisti come Leonardo Da Vinci o Piero Di Cosimo, riuscivano a cavare fuori immagini da segni appena abbozzati.
Tutta la storia dell’arte, dall’antichità ai nostri giorni, è considerata il volto nascosto del tempo che si sublima nei ritratti di gente comune, lo specchio dell’anima che gli artisti descrivono o narrano nelle loro opere visuali o narrative. Uno specchio che consente un “tu per tu” con l’altro di sé, che ha il potere di affascinare e di corrispondere lo sguardo.
Questo è il caso dei ritratti realisti o surrealisti, interpretati da artisti come Giuseppe Arcimboldo, a cui dedichiamo questa mostra, uno degli artisti più contemporanei del suo tempo, noto per le sue grottesche “Teste nascoste”, dove combinava tra loro oggetti e prodotti ortofrutticoli, ma anche immagini di pesci, uccelli, libri, ecc. per non dimenticare anche Albrecht Dürer, Hans Holbein the Younger, Salvador Dalí, Francis Bacon ed altri.
La letteratura è una fonte particolarmente ricca sull’argomento, perché investiga le caratteristiche e gli aspetti del ritratto o dell’autoritratto. La figura che ne viene fuori è un ritratto virtuale del nostro “io”, un simbolo, veicolo di messaggio. La ricerca dell’identità e dell’alterità è una prerogativa dell’arte moderna e contemporanea che cerca di dare un volto all’identità individuale, collettiva, globale.
Con Andy Warhol inizia la nuova stagione dell’arte moltiplicata, dei volti che rappresentano il mondo e le sue nuove leggi. A seguire, grandi artisti come Vito Acconci, Marina Abramovich, Gina Pane, Gilbert & George, Pierre e Giles, Jeff Koons, Mattew Barney, Luigi Ontani, Orlan, Mariko Mori, Vettor Pisani, o Andres Serrano, tanto per citarne alcuni, che mettono al centro della loro ricerca se stessi, delineando una corrispondenza tra il reale e l’oggettivo e il fantastico o il sublime.
La corrispondenza tra l’opera e lo spettatore, porta ad una riflessione (in tutti due i sensi), ricambiare lo sguardo e riflettere sulla trasformazione che investe l’intera opera. Lo spazio si dilata. Lo spettatore inizia a vedere cose che ad una prima osservazione sono sfuggite. Figure fantastiche collocate in una posizione nascosta o poco visibile.
In questa mostra realizzata nelle sale della Primo Piano LivinGallery, gli artisti invitati si interrogano sull’identità del XXI secolo, cercando connessioni e differenze con l’immaginario artistico contemporaneo, cogliendo le modificazioni a volte impercettibili, a volte macroscopiche, che l’Identità delle arti subisce nello sguardo e nel pensiero che l’attualità loro rivolge.